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Una buona transizione può fare la differenza?

13 Luglio 2022

By Luca Cappello

La risposta è si! La transizione è l’unica disciplina del triathlon in cui tutti partiamo dallo stesso livello.
Non conta la prestanza fisica, la forza, la potenza, quanto si scivola in acqua, quanto si riesce a spingere in bici o quanto si corre forte.
Nell’intervallo di tempo che divide la bici dal nuoto e la corsa dalla bici, siamo tutti uguali, tutti abbiamo le stesse possibilità di essere rapidi e fermare il cronometro in un lampo.
Si, è vero, se di base il mio personale sulla corsa è nettamente peggiore di quello di un altro atleta, perderò su di lui qualche secondo nei tratti che separano la zona cambio dai percorsi.
Ma non è lì che si fa la differenza.
Chiunque, con un po’ di pratica e con un po’ di malizia, può riuscire ad eseguire transizioni perfette e veloci. Come? Avendo chiaro ogni passaggio, posizionando in maniera funzionale l’attrezzatura e soprattutto rimanendo lucido davanti alla propria postazione.
Perché è importante?
Tutti sappiamo quanto è faticoso togliere secondi alle nostre prestazioni di nuoto, bici e corsa. Settimane e settimane di faticosi allenamenti, di sacrifici, di tempo tolto alla famiglia, al lavoro, al riposo notturno, alla pausa pranzo, ci portano a migliorare le nostre performance, ma molto spesso tutti gli sforzi sono poi vanificati in gara dalla perdita di tempo eccessiva in T1 e T2.
Diciamo la verità, avere un tempo finale in gara migliore del nostro compagno di squadra o del “rivale” di turno, oppure migliorare la prestazione della gara precedente o abbassare i tempi della stessa gara svolta l’anno prima, ci riempie di orgoglio, ci dà fiducia e ci fornisce il boost necessario per continuare ad allenarci e divertici praticando triathlon.

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Ma quali sono i passaggi precisi che bisogna metabolizzare? Eccoli:

T1 – Nuoto -> Bici
Appena usciamo dall’acqua, mentre corriamo verso la zona cambio:

  1. alziamo gli occhialini sulla fronte;
  2. afferriamo il cordino posteriore della muta e abbassiamo la zip;
  3. sfiliamo le maniche della muta e abbassiamola fino alla vita;
  4. togliamo gli occhialini e la cuffia (importante non perderli, pena la squalifica);
  5. corriamo in modo controllato seguendo il tappeto e le indicazioni;
  6. ricordiamoci di respirare profondamente e cerchiamo gli adattamenti necessari a non subire troppo il cambio disciplina.

Una volta davanti alla nostra bici:

  1. depositiamo gli occhialini e la cuffia vicino alla bici;
  2. sfiliamo completamente la muta;
  3. infiliamo la cintura porta pettorale, posizionando il numero sulla schiena;
  4. indossiamo gli occhiali da bici e il casco;
  5. indossiamo le scarpe da bici *
  6. prendiamo la bici dal cavalletto e corriamo verso l’uscita della zona cambio, spingendo la bici per la sella o dal manubrio;
  7. saliamo in sella solo dopo aver superato la linea di demarcazione.

(*) Per una T1 super veloce è bene fissare le scarpe ai pedali e indossarle una volta in bici.
Correre con le scarpe da ciclismo, complete di tacchette, è molto scomodo, ma soprattutto è pericoloso! Il rischio di scivolare o inciampare è molto alto, la corsa non è naturale, si corre in maniera goffa e lenta. Senza considerare la possibilità di danneggiare le tacchette e aumentare il rischio infortuni a causa dei muscoli contratti da una posizione innaturale del piede.

T2: Bici -> Corsa
Finita la frazione di ciclismo, appena prima dell’ingresso nella zona cambio:

  1. sfiliamo le scarpe e lasciamole appese ai pedali;
  2. scendiamo dalla bici prima di superare la linea di demarcazione (pena la squalifica);
  3. corriamo nel corridoio corretto, in corrispondenza della nostra postazione, spingendo la bici;
  4. appendiamo la bici per la sella al cavalletto;
  5. slacciamo e togliamo il casco (e nel caso le scarpe);
  6. indossiamo le scarpe da corsa ed eventualmente il cappellino;
  7. giriamo il pettorale, così da esporre frontalmente il numero di gara;
  8. corriamo verso l’uscita della zona cambio e iniziamo la frazione di corsa.

Questi gesti devono diventare naturali, spontanei, automatici. Un triatleta esperto non pensa alla sequenza corretta, semplicemente la esegue. Tutto scorre in maniera fluida, senza intoppi. È importante respirare profondamente, recuperare lucidità rapidamente dopo lo sforzo della frazione appena terminata. Allo stesso tempo occorre essere decisi e determinati nei tratti di corsa.

Le transizioni non vanno sottovalutate. Come le altre tre discipline vanno allenate e non improvvisate, solo così si riuscirà a fare la differenza e a guadagnare secondi, se non addirittura minuti, sulla prestazione complessiva.

***

Il blog “sempre di corsa” e “Triathlon per tutti” sono un progetto ASD 200bpm Gorgonzola, la cui mission è diffondere il triathlon in Martesana e nel mondo! In #Triathlonpertutti parliamo di triathlon e di tutto quello che serve per diventare un triatleta. Seguici! Ogni settimana notizie e approfondimenti sul mondo della triplice, sull’allenamento, sul mindset, sull’alimentazione. Tutto quello che serve per affrontare la tua gara, anche, e soprattutto, se fosse la tua prima! Se vuoi portare a termine il tuo primo triathlon o vuoi migliorare le tue prestazioni, triathlon per tutti è quello che fa per te!

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